Bentornati su Giochi Sacri, la newsletter che racconta il mondo del Gaming and Religion. Quello di oggi è un piccolo esperimento di post un po’ più breve e agile rispetto al solito, che vuole anche essere un modo per variare gli argomenti, spero vi piaccia (fatemelo sapere sui nostri soliti canali o nella chat dedicata qua su Substack). D’accordo lo ammetto, serve anche a me perchè arrivo da settimana complicata in cui ho curato l’organizzazione di un convegno. Fatica ma grande soddisfazione, comunque.
A questo proposito, qualche novità.
In queste settimane ho lavorato sulla programmazione dei prossimi argomenti e delle attività di Giochi Sacri. Ormai il mercoledì si afferma come il giorno di pubblicazione in modo stabile e ho ottimizzato il flusso di lavoro in modo da riuscire ad essere più costante.
A proposito di questo, vi volevo anche dire che il podcast è ora ospitato qua su Substack, e potete ascoltarlo anche qui oltre che sulle consuete piattaforme. Spostarlo qua semplificherà la pubblicazione dei post della newsletter anche in podcast.
Il rapporto tra videogiochi e religione è molto interessante dal punto di vista di chi li produce. Come dicono molti sviluppatori, la conoscenza delle tradizioni religiose e di come funzionano è di stimolo al game design, perchè li aiuta a produrre videogiochi stimolanti e, in definitiva, migliori.
Ci sono molti modi per integrare la religione all’interno della struttura di un videogioco. Lo studioso Franck Bosman ha individuato cinque possibili “livelli”. di utilizzo della religione, che secondo me si prestano bene a fare da riferimento anche pratico nella strutturazione di videogiochi.
Questa visione di Bosman è flessibile, nel senso che questi “livelli” di uso della religione non sono assoluti, ma possono anche presentarsi in forme diverse e anche sovrapporsi tra loro. Personalmente mi trovo d’accordo, tanto che mi sento fare qualche piccola aggiunta. 🙂
Ecco i 5 livelli di Bosman:
Livello materiale (material religion)
Quando una tradizione religiosa, esistente nella realtà (cristianesimo, ebraismo, islam, buddismo, per esempio) o inventata apposta per il gioco (l’Ordine Aureo di Elden Ring), viene citata esplicitamente all’interno del contesto narrativo del gioco. Questo livello si realizza quando il riferimento religioso è immediatamente riconoscibile come tale, per esempio per la presenza di simboli riprodotti fedelmente, o di organizzazioni come la Chiesa Cattolica.
Insomma, la Religione c’è e si vuole farlo vedere!
Qualche esempio? La Chiesa dei Bambini dell’Atomo di Fallout 3, o la Messa cattolica che si celebra in Assassin’s Creed.
Livello referenziale (referential religion)
Il livello referenziale costituisce un riferimento alla religione meno esplicito con una tradizione religiosa presente al di fuori del gioco.
Per esempio, quando si usano nomi di personaggi derivati da tradizioni religiose per i protagonisti del gioco, anche se l’origine del nome non ha un collegamento diretto con il mondo di gioco.
Il riferimento religioso è presente, ma in modo più sottile e meno evidente. Per esempio il riferimento nel discorso (che riguarda in realtà altro) di Skull Face in Metal Gear Solid V (The Word became Flesh) al Vangelo di Giovanni. Oppure i nomi di Kain e Raziel di Legacy of Kain (ne abbiamo parlato la settimana scorsa qui).
Livello riflessivo (reflexive religion)
Il livello oriflessivo è quella in cui il videogioco tratta temi di cui per tradizione le religioni si occupano, come ad esempio la Vita e la Morte, l’Amicizia, l’Amore, il Perdono, il Peccato, la Salvezza, la Giustizia ecc.
Gli esempi sono tantissimi, il primo che mi viene in mente è Nier Automata, ma anche la già citata saga di Soul Reaver, Zelda o Papers Please.
Livello rituale (ritual religion)
Quando l’azione del giocatore si svolge come un rituale o un atto di tipo religioso. Per esempio? In Dragon Quest si salva la partita in Chiesa, praticando il sacramento cattolico della confessione. Oppure, i giocatori di Final Fantasy XIV che si sono ritrovati in game per rendere omaggio ad Akira Toriyama, organizzando e celebrando autonomamente un rito funebre virtuale.
Un altro caso è quando le regole del gioco incorporano pratiche di carattere religioso, come la preghiera, l’adorazione di una divinità, pellegrinaggi.
Dal mio punto di vista, qui mi viene da inserire un sottopunto, perchè queste pratiche - e non solo - presuppongono regole e principi religiosi che finiscono dentro il videogioco. Anche le regole religiose sono spunto per creare videogiochi.
Il Meta-livello
Il cosiddetto “meta-livello” esprime, infine, la considerazione del gaming come attività religiosa. Alcuni studiosi si sono concentrati sullo studiare il comportamenti che i giocatori mettono in atto durante il gioco e vi hanno riconosciuto delle dinamiche simili a quelle religiose.
In pratica l’intera esperienza di gaming viene identificata come religiosa, da parte dei gamer stessi o dalle analisi degli studiosi. Per esempio? Tutti i vari “god game” in cui il giocatore veste i panni di una vera e propria Divinità (Black and White, Godus e altri)
Avete giocato a qualche videogioco che vi ha ricordato uno di questi livelli? O ne avete sviluppato uno utilizzando qualcuno di questi? Fatemelo sapere nei commenti o in chat🙂
📖Letture per approfondire
Baldetti S., Videogiochi, storytelling e valorizzazione dei beni della Chiesa cattolica: aspetti giuridici, in Ordines. Per un sapere interdisciplinare sulle istituzioni europee, fasc. 1, giugno, 2023, p. 1–14, online qui.
Geraci, Robert M. Theological productions: the role of religion in video game design, in Adam L. Brackin and Natacha Guyot ( a cura di), Cultural Perspectives of Video Games: From Desiger to Player, Brill, 2012. 101-114.
F. G. Bosman, The Word Has Become Game: Researching Religion in Digital Games, in Heidelberg Journal of Religions on the Internet, fasc. 11, 2016.
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📧 Newsletter da leggere e seguire
✍In primis vi suggerisco il lavoro di Lucandrea Massaro, che ogni settimana con la sua newsletter Sacro&Profano fa capire due o tre cose sul mondo attraverso le lenti della religione, senza essere confessionale. Nel suo ultimo post scherza sui santi.
✍ Ilaria W. Biano - The God Gap invece racconta il panorama sociale e culturale degli Stati Uniti e dell’importanza del fattore religioso in questo Paese.
In questo post la seconda parte delle storie e temi da tenere d’occhio nel 2025.
Complimentoni per l'articolo e l'organizzazione. Io decido praticamente sempre all'ultimo 🤣